comunicato stampa del 26 luglio 2014
GRAN
SASSO D’ITALIA: LA NUOVA SEGGIOVIA
CAMPO IMPERATORE-OSSERVATORIO
DISTRUGGEREBBE L’AMBIENTE
ED È
IN CONTRASTO CON LA NORMATIVA EUROPEA
Sette associazioni hanno depositano le loro “osservazioni” nell’ambito
della procedura di valutazione di impatto e di incidenza ambientale del
progetto
L’Aquila – Le sedi abruzzesi di Mountain
Wilderness, Pro Natura, Salviamo l’Orso, Touring Club Italiano e WWF, nonché il
Gruppo Naturalisti Rosciolo e la Stazione Ornitologica Abruzzese, hanno
depositato ieri le loro “osservazioni” sul devastante progetto per la
realizzazione della nuova seggiovia del Gran Sasso “Campo
Imperatore-Osservatorio”, nell’ambito della procedura di valutazione di impatto
e di incidenza ambientale.
Una procedura avviata peraltro solo il 26
maggio scorso, in seguito alle proteste del Coordinamento Emergenza Ambiente
Abruzzo, ad oltre un mese dalla pubblicazione del relativo Bando di gara
europea del 19/04/2014 (per un valore stimato dell’opera pari a oltre sei
milioni di Euro), contravvenendo così a quanto disposto dalla Legge Regionale
sulla Valutazione di Impatto Ambientale (n. 66/1990, art. 2 c. 1) e dal Codice
sui contratti pubblici (D.Lg.vo n. 163/2006, art. 165 c. 3), che impongono che
gli Studi di Valutazione di Impatto e di Incidenza Ambientale debbano essere depositati
e resi pubblici prima dell’approvazione del relativo progetto.
La nuova seggiovia rischia di essere solo la
prima di una serie di opere devastanti per l’ambiente, la cui realizzazione si
inquadra nel “Piano di sviluppo e valorizzazione dell’area aquilana” (cosiddetto
“Piano Letta”), che prevede ingenti investimenti
nel settore degli impianti e delle infrastrutture sciistiche, con gravissimi
danni al territorio compreso nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della
Laga, nella Zona di Protezione Speciale (ZPS) IT 7110128 “Parco Nazionale Gran Sasso - Monti della Laga” e
nel Sito di Importanza Comunitaria (SIC)
IT7110202 “Gran Sasso”. Si tratta di progetti insostenibili sul piano
ecologico, in grado di produrre non solo danni paesaggistici ed ambientali
irreversibili, ma disastrosi anche su quello economico, considerato che la
permanenza del manto nevoso alle quote considerate è sempre più breve e la
stagione turistica a questa legata è comunque molto ridotta nel tempo.
Nello specifico, nelle loro osservazioni le
sette Associazioni dimostrano come le informazioni sulla flora, la fauna e
la vegetazione riportate negli Studi di impatto e di incidenza ambientale siano
incomplete, superficiali e assolutamente insufficienti. Infatti,
l’eventuale realizzazione della nuova seggiovia distruggerebbe in modo
irreparabile habitat prioritari di alta quota di interesse comunitario (e in
particolare quello denominato “6230* - Formazioni erbose di Nardo, ricche di
specie, su substrato siliceo delle zone montane e submontane dell’Europa
continentale”) contravvenendo alla Direttiva Habitat e alle relative
leggi nazionali di recepimento e cancellando per sempre ambienti ricchissimi di
biodiversità e già minacciati dai cambiamenti climatici. La stazione di
partenza dell’Osservatorio e la parte iniziale della nuova seggiovia sarebbero
poi completamente sovrapposti alla Stazione di Ricerca a Lungo Termine del
Gran Sasso (gestita dal Corpo Forestale dello Stato), confermando le
preoccupazioni espresse proprio dalla Rete Nazionale LTER-Italia, che ha
evidenziato “l’inevitabile impatto di tale opera sulle attività di ricerca a
lungo termine svolte”, ricordando che “le preziose e lunghe serie di dati
accumulati in tale sito LTER (trent’anni di dati sulla vegetazione e dieci
sugli uccelli) sarebbero irrimediabilmente compromesse da un’alterazione
dell’ambiente circostante”.
Molte specie animali di interesse comunitario
sarebbero disturbate o compromesse dal progetto (fringuello alpino, vipera
dell’Ursini, etc.), nessuna delle quali è stata oggetto di studi specifici
volti a valutare il reale impatto dell’opera.
Gli interventi di recupero ambientale e mitigazione dell’impatto
riportati negli Studi di VIA sono infine giudicati inefficaci, dannosi e
privi di qualsiasi fondamento scientifico.
La realizzazione della nuova seggiovia, per
una lunghezza di chilometri 1,691 da quota m 1.969 a m 2.135 s.l.m., con la
collocazione di 14 sostegni e la costruzione di due nuove stazioni di partenza
(Fontari) e di arrivo (Osservatorio Astronomico), prevede uno scavo complessivo
di 3.950 metri cubi e il deturpamento di uno dei paesaggi più belli dell’alto
Appennino. Infatti, nella sua parte sommitale, la nuova opera andrebbe a
coprire in parte la visione monumentale del Corno Grande, la più alta vetta degli
Appennini.
Il progetto è stato fortemente contestato in
due eventi scientifici di rilievo nazionale: il 15 maggio 2014 a Torino
nell’ambito dell’Assemblea Nazionale della rete di siti di Ricerche Ecologiche
a Lungo Termine – LTER Italia e il 20 e 21 giugno 2014 a Fontecchio (AQ)
nell’ambito del Convegno Nazionale sulle aree protette “Parchi capaci di
futuro”.
Lo sperpero di oltre sei milioni di euro
(fondi pubblici), devastando un territorio protetto a livello nazionale, in
tempi di crisi finanziaria dello Stato e di grande fragilità dell’economia
pastorale locale, suona vendetta al cospetto della nuova povertà delle genti
del Gran Sasso in particolare e della popolazione abruzzese in generale. La
strada maestra che una istituzione pubblica dovrebbe intraprendere sarebbe
invece quella di adeguare la seggiovia esistente, con una piccola spesa per la
collettività ed impatto ambientale zero.
Augusto De
Sanctis - Stazione Ornitologica Abruzzese
Piera Lisa
Di Felice - Pro Natura Abruzzo
Luciano Di
Tizio – WWF Abruzzo
Stefano
Orlandini - “Salviamo l’Orso”
Bruno
Santucci - Gruppo Naturalisti Rosciolo
Elio Torlontano - Touring Club Italiano (Club di Territorio Pescara)
Marano Mario Viola – Mountain Wilderness Abruzzo
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