Lo staff di Pro Natura Abruzzo

Lo staff di Pro Natura Abruzzo

martedì 29 luglio 2014

COMUNICATO STAMPA SULMONA, SVEGLIATI!

COMUNICATO STAMPA
SULMONA, SVEGLIATI!
Il Ministero dello Sviluppo ha convocato per il giorno 7 agosto 2014 la Conferenza di servizi per autorizzare la costruzione della Centrale di Compressione  gas SNAM e delle quattro linee di collegamento alla rete gas esistente, prevista nella zona “Case Pente”, nelle adiacenze del Cimitero di Sulmona.
La convocazione fa riferimento a un’opera, la Centrale, che illegittimamente si avvale dei Decreti di Pubblica Utilità e di Compatibilità Ambientale (V.I.A.) ottenuti per l’intero progetto Centrale- Metanodotto, cioè Centrale in funzione del Metanodotto Menafra-Minerbio denominato “Rete Adriatica” e dirottato sulle Faglie Sismogenetiche  dell’Appennino.
Vogliamo ricordare che le emissioni della Centrale, Monossido di Carbonio, velenoso, e Ossidi di Azoto, causa di piogge acide dannose per l’agricoltura e l’integrità dei Monumenti, difficilmente verrebbero smaltite nell’atmosfera a causa della posizione orografica della Valle Peligna,  circondata da montagne, e del fenomeno della inversione termica rilevata nella Conca.
Perché la Conferenza di Servizi per l’Autorizzazione ora? - Perché i cittadini di Sulmona in parte sono in vacanza, in parte, i più laboriosi, sono impegnati alla realizzazioni delle Giostre di Piazza Maggiore, -perché le Associazioni Culturali, che con strumenti vari: conferenze, convegni, tavole rotonde, manifestazioni di ogni genere, durante questi ultimi anni hanno proclamato, ribadito e consolidato la consapevolezza della vocazione turistica della Valle Peligna sia per la bellezza del Paesaggio e ubicazione privilegiata tra i Parchi Nazionali, Regionale e Riserve, sia per le emergenze archeologiche e architettoniche, sia per i prodotti agro-alimentari, sospendono, in estate, le proprie attività.
Solo i Comitati per l’Ambiente, vigili da quasi 7 anni sul tema della Centrale e Metanodotto, si sono attivati e hanno ottenuto, dal Consiglio Regionale, sostenuti dal Sindaco Ranalli, la terza Risoluzione di contrarietà al progetto, l’impegno del Presidente D’Alfonso a richiedere al Ministero dello Sviluppo la sconvocazione della Conferenza dei Servizi , a negare l’Intesa con lo Stato sull’opera per come attualmente progettata nonché  il rispetto della Risoluzione della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati che prevede, a causa del rischio sismico e la valenza ambientale,  la istituzione di un tavolo tra tutti i soggetti interessati al fine di individuare una soluzione alternativa alla Dorsale Appenninica sia per il Metanodotto che per la Centrale di spinta.
Ricordiamo ancora che il Consiglio di Stato il 29 aprile 2014 (Sez. IV n. 2222) ha ribadito che il <Paesaggio-nel nostro Ordinamento- è bene primario e assoluto. La sua tutela è quindi prevalente su qualsiasi altro interesse giuridicamente rilevante, sia di carattere pubblico che privato>.
SULMONA, SVEGLIATI!
Maria Clotilde Iavarone(presidente di “Orsa Pro Natura Peligna”)

Sulmona 28.07.2014

domenica 27 luglio 2014

Comunicato stampa 26 luglio 2014

comunicato stampa del 26 luglio 2014



GRAN SASSO D’ITALIA: LA NUOVA SEGGIOVIA

CAMPO IMPERATORE-OSSERVATORIO DISTRUGGEREBBE L’AMBIENTE

ED È IN CONTRASTO CON LA NORMATIVA EUROPEA

Sette associazioni hanno depositano le loro “osservazioni” nell’ambito della procedura di valutazione di impatto e di incidenza ambientale del progetto



L’Aquila – Le sedi abruzzesi di Mountain Wilderness, Pro Natura, Salviamo l’Orso, Touring Club Italiano e WWF, nonché il Gruppo Naturalisti Rosciolo e la Stazione Ornitologica Abruzzese, hanno depositato ieri le loro “osservazioni” sul devastante progetto per la realizzazione della nuova seggiovia del Gran Sasso “Campo Imperatore-Osservatorio”, nell’ambito della procedura di valutazione di impatto e di incidenza ambientale.

Una procedura avviata peraltro solo il 26 maggio scorso, in seguito alle proteste del Coordinamento Emergenza Ambiente Abruzzo, ad oltre un mese dalla pubblicazione del relativo Bando di gara europea del 19/04/2014 (per un valore stimato dell’opera pari a oltre sei milioni di Euro), contravvenendo così a quanto disposto dalla Legge Regionale sulla Valutazione di Impatto Ambientale (n. 66/1990, art. 2 c. 1) e dal Codice sui contratti pubblici (D.Lg.vo n. 163/2006, art. 165 c. 3), che impongono che gli Studi di Valutazione di Impatto e di Incidenza Ambientale debbano essere depositati e resi pubblici prima dell’approvazione del relativo progetto.

La nuova seggiovia rischia di essere solo la prima di una serie di opere devastanti per l’ambiente, la cui realizzazione si inquadra nel “Piano di sviluppo e valorizzazione dell’area aquilana” (cosiddetto “Piano Letta”), che prevede ingenti investimenti nel settore degli impianti e delle infrastrutture sciistiche, con gravissimi danni al territorio compreso nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, nella Zona di Protezione Speciale (ZPS) IT 7110128 “Parco Nazionale Gran Sasso - Monti della Laga” e nel Sito di Importanza Comunitaria (SIC) IT7110202 “Gran Sasso”. Si tratta di progetti insostenibili sul piano ecologico, in grado di produrre non solo danni paesaggistici ed ambientali irreversibili, ma disastrosi anche su quello economico, considerato che la permanenza del manto nevoso alle quote considerate è sempre più breve e la stagione turistica a questa legata è comunque molto ridotta nel tempo.

Nello specifico, nelle loro osservazioni le sette Associazioni dimostrano come le informazioni sulla flora, la fauna e la vegetazione riportate negli Studi di impatto e di incidenza ambientale siano incomplete, superficiali e assolutamente insufficienti. Infatti, l’eventuale realizzazione della nuova seggiovia distruggerebbe in modo irreparabile habitat prioritari di alta quota di interesse comunitario (e in particolare quello denominato “6230* - Formazioni erbose di Nardo, ricche di specie, su substrato siliceo delle zone montane e submontane dell’Europa continentale”) contravvenendo alla Direttiva Habitat e alle relative leggi nazionali di recepimento e cancellando per sempre ambienti ricchissimi di biodiversità e già minacciati dai cambiamenti climatici. La stazione di partenza dell’Osservatorio e la parte iniziale della nuova seggiovia sarebbero poi completamente sovrapposti alla Stazione di Ricerca a Lungo Termine del Gran Sasso (gestita dal Corpo Forestale dello Stato), confermando le preoccupazioni espresse proprio dalla Rete Nazionale LTER-Italia, che ha evidenziato “l’inevitabile impatto di tale opera sulle attività di ricerca a lungo termine svolte”, ricordando che “le preziose e lunghe serie di dati accumulati in tale sito LTER (trent’anni di dati sulla vegetazione e dieci sugli uccelli) sarebbero irrimediabilmente compromesse da un’alterazione dell’ambiente circostante”.

Molte specie animali di interesse comunitario sarebbero disturbate o compromesse dal progetto (fringuello alpino, vipera dell’Ursini, etc.), nessuna delle quali è stata oggetto di studi specifici volti a valutare il reale impatto dell’opera.

Gli interventi di recupero ambientale e mitigazione dell’impatto riportati negli Studi di VIA sono infine giudicati inefficaci, dannosi e privi di qualsiasi fondamento scientifico.

La realizzazione della nuova seggiovia, per una lunghezza di chilometri 1,691 da quota m 1.969 a m 2.135 s.l.m., con la collocazione di 14 sostegni e la costruzione di due nuove stazioni di partenza (Fontari) e di arrivo (Osservatorio Astronomico), prevede uno scavo complessivo di 3.950 metri cubi e il deturpamento di uno dei paesaggi più belli dell’alto Appennino. Infatti, nella sua parte sommitale, la nuova opera andrebbe a coprire in parte la visione monumentale del Corno Grande, la più alta vetta degli Appennini.

Il progetto è stato fortemente contestato in due eventi scientifici di rilievo nazionale: il 15 maggio 2014 a Torino nell’ambito dell’Assemblea Nazionale della rete di siti di Ricerche Ecologiche a Lungo Termine – LTER Italia e il 20 e 21 giugno 2014 a Fontecchio (AQ) nell’ambito del Convegno Nazionale sulle aree protette “Parchi capaci di futuro”.

Lo sperpero di oltre sei milioni di euro (fondi pubblici), devastando un territorio protetto a livello nazionale, in tempi di crisi finanziaria dello Stato e di grande fragilità dell’economia pastorale locale, suona vendetta al cospetto della nuova povertà delle genti del Gran Sasso in particolare e della popolazione abruzzese in generale. La strada maestra che una istituzione pubblica dovrebbe intraprendere sarebbe invece quella di adeguare la seggiovia esistente, con una piccola spesa per la collettività ed impatto ambientale zero.



Augusto De Sanctis - Stazione Ornitologica Abruzzese

Piera Lisa Di Felice - Pro Natura Abruzzo

Luciano Di Tizio – WWF Abruzzo

Stefano Orlandini - “Salviamo l’Orso”

Bruno Santucci - Gruppo Naturalisti Rosciolo

Elio Torlontano - Touring Club Italiano (Club di Territorio Pescara)


Marano Mario Viola – Mountain Wilderness Abruzzo

mercoledì 2 luglio 2014

Tavola Rotonda "PARCHI D’ABRUZZO. MINACCE E SPERANZE "moderata da Piera Lisa Di Felice,

Immagini della Tavola Rotonda "PARCHI D’ABRUZZO. MINACCE E SPERANZE "moderata da Piera Lisa Di Felice, coordinatore Regionale di Pro Natura Abruzzo e membro della Commissione Aree Protette della Federazione Nazionale Pro Natura". La Tavola rotonda, che ha visto la partecipazione di Presidenti e Direttori dei parchi abruzzesi e responsabili delle associazioni ambientaliste,
è stata un momento per una swot analysis dello stato dell'arte delle aree protette della Regione Abruzzo, che si fregia del titolo di "Cuore Verde d'Europa".












































RIPARTIAMO DAI PARCHI. METTERE LA NATURA AL CENTRO DEL PROGETTO ITALIA


RIPARTIAMO DAI PARCHI
METTERE LA NATURA AL CENTRO DEL PROGETTO ITALIA
A Fontecchio un approfondito confronto sulle aree protette nel nostro Paese
e sei  impegni concreti per rilanciarle.
Il Ministro dell’Ambiente Galletti: “la conservazione della biodiversità sarà uno dei temi dell’agenda del semestre italiano alla Presidenza dell’Unione Europea”

È un forte appello al rilancio delle politiche per le aree protette quello che giunge da Fontecchio (AQ) dove per due giorni le maggiori Associazioni ambientaliste italiane ed i principali attori istituzionali e sociali, insieme a nomi di primo piano dell’ambientalismo, della ricerca e della cultura italiana, si sono confrontati sul presente e sul futuro dei parchi e delle altre aree naturali protette italiane.
Le difficoltà vissute dalle aree protette sono principalmente il frutto di una marginalizzazione culturale e persino di un fraintendimento strumentale, delle loro funzioni essenziali, per non dire delle pressioni indebite che spesso giungono dalla cattiva politica, come conferma l’incontro di Fontecchio che ha affrontato numerosi temi tra cui la conservazione della biodiversità, il rapporto con paesaggio, territorio e beni culturali, la gestione dei conflitti, la dimensione di beni comuni, l’educazione ambientale e la comunicazione.
Al contrario CTS, FAI, Italia Nostra, Lipu-BirdLife Italia, Mountain Wilderness Italia, Federazione ProNatura, Touring Club Italiano, WWF Italia ribadiscono che quello dei Parchi deve essere un ruolo sempre più centrale, non solo per la conservazione degli ecosistemi e del prezioso capitale naturale da cui dipende il nostro benessere presente e futuro, ma persino per il rilancio più generale del progetto Italia, considerati gli straordinari valori custoditi e rappresentati dalle aree protette e le loro potenzialità in termini di biodiversità, buon uso delle risorse, modelli di sostenibilità, attrattività turistica, buona economia.
Si tratta del resto di obiettivi pienamente in linea con i grandi temi del dibattito internazionale che non a caso saranno al centro del V° Congresso Mondiale dei Parchi della IUCN (Unione Internazionale della Conservazione della Natura) programmato a Sydney dal 14 al 19 novembre 2014, dal titolo Parks, people, planet: inspiring solutions.
“Da Fontecchio - affermano le associazioni Mountain Wilderness,  CTS, FAI, Italia Nostra, Lipu-BirdLife Italia, , Federazione ProNatura, Touring Club Italiano, WWF Italia che hanno organizzato la due giorni – emergono per Governo e Parlamento richieste per sei preliminari azioni prioritarie :

  1. riavviare un confronto realmente approfondito e partecipato sulla proposta di riforma della legge quadro sulle aree protette attualmente in discussione al Senato; riforma che è molto lontana da ciò di cui la nazione ha oggi bisogno e che non aiuta il raggiungimento dei fini costitutivi delle aree naturali protette;
  2. assicurare nella prossima Legge di Stabilità le risorse finanziarie e professionali necessarie per una efficace gestione delle nostre aree protette, in particolare quelle marine aumentate di numero con un’ulteriore riduzione di fondi per la gestione ordinaria;
  3. vincolare i finanziamenti per le aree protette alle azioni da svolgere per la conservazione della biodiversità e la tutela rigorosa del paesaggio, ed ottenere un’implementazione di tali azioni e un loro attento monitoraggio;
  4. sanare la situazione ormai insostenibile che vede ben 20 parchi nazionali sui 23 esistenti senza consiglio direttivo (alcuni parchi si trovano in questa situazione da oltre 7 anni);
  5. convocare la terza Conferenza nazionale sulle aree protette, da troppo tempo attesa;
  6. adottare, attraverso un processo partecipato aperto a tutti i soggetti interessati alla tutela della biodiversità e del paesaggio, una Carta delle Aree naturali protette che rilanci la missione dei Parchi quale snodo “alto” di un globale progetto di  gestione delle risorse naturali e culturali.

Sono richieste che toccano aspetti essenziali per il futuro dei parchi, quali quelli politici, finanziari, programmatici, organizzativi, culturali. Aspetti, che non possono essere più elusi, pena un danno grave al sistema delle aree protette e un inquinamento ulteriore del dibattito intorno ad esse.

Gli operatori e responsabili degli Enti di gestione dei Parchi hanno evidenziato come le manovre di stabilità della spesa pubblica hanno introdotto procedure che stanno impedendo la loro azione, non consentendo operativamente di fare molte attività istituzionali a cui sono preposti. Gli Enti parco sono Enti pubblici atipici, con caratteristiche e funzioni non paragonabili ad altri, e necessitano quindi interventi che devono essere commisurati e proporzionati alle loro specifiche funzioni.

Le Associazioni sollecitano gli Enti gestori dei parchi e Riserve naturali ad assumere pienamente un ruolo centrale in questo dibattito, riscoprendo il loro compito fondamentale di tutela e valorizzazione del patrimonio naturale e culturale del Paese. La Natura italiana ha bisogno di competenza, inventiva, capacità decisionale e coraggio. Gli Enti gestori di Parchi e Riserve più di ogni altro soggetto istituzionale devono mettere in campo tali qualità aprendosi al confronto con il mondo esterno, forti dell’interesse costituzionale alla tutela dell’ambiente e della salute loro riconosciuto.

Il Ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, ha inviato alle Associazioni riunite a Fontecchio un video messaggio nel quale ha ribadito che i Parchi sono una risorsa essenziale per lo sviluppo del nostro Paese, ma serve un salto di qualità, sottolineando per questo l’impegno del Governo a “mettere la salvaguardia della natura tra i punti prioritari della guida italiana del semestre europeo “.

La due giorni di Fontecchio, sostenuta dalla preziosa collaborazione dell’Amministrazione Comunale di Fontecchio, ha visto la partecipazione di docenti e ricercatori di varie Università italiane, Presidenti, Direttori e personale tecnico degli Enti Parco, rappresentanti nazionali delle maggiori Associazioni ambientaliste e di vari rilevanti portatori di interesse, per concludersi con una sessione speciale dedicata ai parchi dell’Abruzzo.
La situazione nella “Regione dei Parchi” è estremamente problematica a causa di tutta una serie di progettati interventi infrastrutturali (dal Piano di sviluppo sciistico sul Gran Sasso al cd Protocollo Letta) che minaccerebbero specie ed habitat tutelati, eroderebbero il valore di paesaggi di grande fascino e avvilirebbero il significato stesso dei Parchi. Per la Regione Abruzzo è arrivato il momento di riaffermare con forza la propria vocazione di tutela ambientale come strumento per una corretta valorizzazione del territorio. In tale prospettiva la proposta di candidare l’insieme dei Parchi naturali abruzzesi come monumento del mondo (World Heritage) dell’UNESCO, deve essere tenacemente perseguita. 

Le otto associazioni che hanno promosso e contribuito all’organizzazione del convegno hanno preso l’impegno di elaborare un documento di sintesi del dibattito delle due giornate, al quale verrà dato il nome di Charta di Fontecchio.

Fontecchio, 21 giugno 2014
Ufficio stampa WWF Italia 329 8315718