Comunicato
stampa del 21 dicembre 2015
Le associazioni bocciano i deleteri localismi e i
cronici ritardi che frenano il Sirente-Velino
“La
Regione dimostri di credere davvero nel suo Parco e nell’ambiente”
L’Abruzzo
regione verde d’Europa non può essere solo uno slogan: si
annunciano ulteriori tagli ai fondi
per le Riserve Regionali dopo quelli del 2014 (-14%) e del 2015 (-7,5%) ed è
inaccettabile
Il
Parco Regionale Sirente-Velino è stato instituito nel lontano 1989, da oltre un
quarto di secolo. Eppure non riesce tuttora a decollare né semplicemente ad
approvare il proprio Piano di Assetto nonostante siano intercorsi anche due
interventi legislativi nel 2000 e nel 2011. Una situazione semplicemente
inaccettabile che la Regione dimostra di voler risolvere attraverso la
presentazione da parte del governo abruzzese di un disegno di legge che, esprimendo
nelle sue linee generali una nuova ipotesi di gestione, potrebbe rappresentare
un punto di svolta, liberando finalmente il Sirente Velino dai condizionamenti
localistici, dettati da miopi visioni clientelari e assistenziali, che lo hanno
in questi anni sempre ingessato. La proposta di legge è certamente migliorabile
e dovrà comunque passare, prima dell’approdo in aula, attraverso un serio
confronto con il territorio e con i portatori di interesse ben al di là del
solo perimetro protetto. Il Parco regionale è infatti un patrimonio dell’intero
Abruzzo che può rappresentare un formidabile volano per il rilancio sociale ed
economico delle persone che vi abitano, purché non venga considerato – come
troppo spesso è accaduto in questi anni - soltanto come una smunta mucca da mungere.
Un
atteggiamento sbagliato e dannoso per la tutela ambientale e per le popolazioni
locali che tuttavia persiste: il disegno di legge è fermo da mesi in
commissione consiliare a causa di una serie di proposte di emendamento, in gran
parte inaccettabili e a volte persino contrarie a norme di legge nazionali e
regionali, che sembrano puntare al solo obiettivo di snaturarne i contenuti innovativi
per ridurre l’area protetta a una sorta di nuova comunità montana, il che è
semplicemente inaccettabile.
Le
associazioni WWF, Legambiente, Ambiente e/è Vita, Archeoclub, Pro Natura, FAI e
Italia Nostra, consapevoli dell’importanza del patrimonio naturalistico,
paesaggistico e culturale del territorio del Sirente-Velino e delle esigenze
delle sue popolazioni, chiedono che:
-
sia approvato finalmente il Piano del
Parco, il cui testo è pronto da anni, accelerando al massimo il confronto con
le comunità locali;
-
ricominci l’iter per l’approvazione
della nuova legge sul cui contenuto sono pronte a discutere e a confrontarsi;
-
vengano ricostituiti, sulla base della
nuova legge, organi gestionali democraticamente eletti;
-
venga riorganizzata la pianta organica e
adeguata la dotazione finanziaria per garantire un ottimale funzionamento
dell’Ente.
Respingendo
decisamente e vigorosamente ogni tentativo di emendamenti che minerebbero
l’esistenza stessa del Parco Sirente-Velino, le su indicate associazioni propongono
l’apertura di un tavolo di confronto per addivenire rapidamente alla
definizione della nuova disciplina.
I
valori del Parco Sirente-Velino (unico parco regionale e patrimonio di tutti
gli abruzzesi) sono tali che, qualora
dovesse invece protrarsi l’attuale e troppo lunga fase di immobilismo dettata
da inadeguatezze normative, varrebbe la pena chiedere al governo di farne un
parco nazionale.
Le
associazioni WWF, Legambiente, Ambiente e/è Vita, Archeoclub, Pro Natura, FAI e
Italia Nostra, chiedono inoltre che la
Regione dimostri con i fatti di “credere” nella tutela dell’ambiente e di comportarsi
di conseguenza. Dopo quelli del 2014 (-14%) e del 2015 (-7,5%) sono stati infatti
già annunciati ulteriori tagli ai fondi per le Riserve Regionali. Sarebbe, se
le voci trovassero malauguratamente conferma, il terzo anno consecutivo nel
quale il governo abruzzese taglia risorse a un settore strategico per la propria
economia. Tagli che metterebbero in ginocchio il Sistema delle Aree protette,
compromettendo seriamente il livello dei servizi offerti, la tutela della
biodiversità e gli effetti benefici sul turismo, l'enogastronomia e
l'agricoltura di qualità. Le Riserve hanno retto grazie alla passione di chi ci
lavora, al supporto del volontariato delle Associazioni, e soprattutto grazie
all'impegno e alle anticipazioni economiche fatte dalle Cooperative. È necessario
dare stabilità a un sistema precario anche tramite un piano triennale che
definisca obiettivi e fabbisogni effettivi e rimetta al centro della politica regionale
quello che rappresenta un settore fondamentale per il benessere dell’Abruzzo,
senza dimenticare che le Aree Protette giocano un ruolo fondamentale anche per
il rispetto degli obblighi europei derivanti dalla Rete Natura 2000 per cui
l'Abruzzo è, per i suoi ritardi, in procedura di pre-infrazione.
Il Parco Sirente-Velino e le Riserve regionali
possono e devono rappresentare, di concerto con gli agricoltori e gli operatori
del turismo, un valore aggiunto per un
territorio che ha scelto una linea di economia verde per il proprio futuro e che
deve insistere convinto su questa strategia.