Lo staff di Pro Natura Abruzzo

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martedì 22 dicembre 2015

Comunicato stampa del 21 dicembre 2015. Le associazioni bocciano i deleteri localismi e i cronici ritardi che frenano il Sirente-Velino

Comunicato stampa del 21 dicembre 2015
Le associazioni bocciano i deleteri localismi e i cronici ritardi che frenano il Sirente-Velino
“La Regione dimostri di credere davvero nel suo Parco e nell’ambiente”
L’Abruzzo regione verde d’Europa non può essere solo uno slogan: si annunciano ulteriori tagli ai fondi per le Riserve Regionali dopo quelli del 2014 (-14%) e del 2015 (-7,5%) ed è inaccettabile

Il Parco Regionale Sirente-Velino è stato instituito nel lontano 1989, da oltre un quarto di secolo. Eppure non riesce tuttora a decollare né semplicemente ad approvare il proprio Piano di Assetto nonostante siano intercorsi anche due interventi legislativi nel 2000 e nel 2011. Una situazione semplicemente inaccettabile che la Regione dimostra di voler risolvere attraverso la presentazione da parte del governo abruzzese di un disegno di legge che, esprimendo nelle sue linee generali una nuova ipotesi di gestione, potrebbe rappresentare un punto di svolta, liberando finalmente il Sirente Velino dai condizionamenti localistici, dettati da miopi visioni clientelari e assistenziali, che lo hanno in questi anni sempre ingessato. La proposta di legge è certamente migliorabile e dovrà comunque passare, prima dell’approdo in aula, attraverso un serio confronto con il territorio e con i portatori di interesse ben al di là del solo perimetro protetto. Il Parco regionale è infatti un patrimonio dell’intero Abruzzo che può rappresentare un formidabile volano per il rilancio sociale ed economico delle persone che vi abitano, purché non venga considerato – come troppo spesso è accaduto in questi anni -  soltanto come una smunta mucca da mungere.
Un atteggiamento sbagliato e dannoso per la tutela ambientale e per le popolazioni locali che tuttavia persiste: il disegno di legge è fermo da mesi in commissione consiliare a causa di una serie di proposte di emendamento, in gran parte inaccettabili e a volte persino contrarie a norme di legge nazionali e regionali, che sembrano puntare al solo obiettivo di snaturarne i contenuti innovativi per ridurre l’area protetta a una sorta di nuova comunità montana, il che è semplicemente inaccettabile.
Le associazioni WWF, Legambiente, Ambiente e/è Vita, Archeoclub, Pro Natura, FAI e Italia Nostra, consapevoli dell’importanza del patrimonio naturalistico, paesaggistico e culturale del territorio del Sirente-Velino e delle esigenze delle sue popolazioni, chiedono che:
-          sia approvato finalmente il Piano del Parco, il cui testo è pronto da anni, accelerando al massimo il confronto con le comunità locali;
-          ricominci l’iter per l’approvazione della nuova legge sul cui contenuto sono pronte a discutere e a confrontarsi;
-          vengano ricostituiti, sulla base della nuova legge, organi gestionali democraticamente eletti;
-          venga riorganizzata la pianta organica e adeguata la dotazione finanziaria per garantire un ottimale funzionamento dell’Ente.
Respingendo decisamente e vigorosamente ogni tentativo di emendamenti che minerebbero l’esistenza stessa del Parco Sirente-Velino, le su indicate associazioni propongono l’apertura di un tavolo di confronto per addivenire rapidamente alla definizione della nuova disciplina.
I valori del Parco Sirente-Velino (unico parco regionale e patrimonio di tutti gli abruzzesi)  sono tali che, qualora dovesse invece protrarsi l’attuale e troppo lunga fase di immobilismo dettata da inadeguatezze normative, varrebbe la pena chiedere al governo di farne un parco nazionale.
Le associazioni WWF, Legambiente, Ambiente e/è Vita, Archeoclub, Pro Natura, FAI e Italia Nostra, chiedono inoltre che la Regione dimostri con i fatti di “credere” nella tutela dell’ambiente e di comportarsi di conseguenza. Dopo quelli del 2014 (-14%) e del 2015 (-7,5%) sono stati infatti già annunciati ulteriori tagli ai fondi per le Riserve Regionali. Sarebbe, se le voci trovassero malauguratamente conferma, il terzo anno consecutivo nel quale il governo abruzzese taglia risorse a un settore strategico per la propria economia. Tagli che metterebbero in ginocchio il Sistema delle Aree protette, compromettendo seriamente il livello dei servizi offerti, la tutela della biodiversità e gli effetti benefici sul turismo, l'enogastronomia e l'agricoltura di qualità. Le Riserve hanno retto grazie alla passione di chi ci lavora, al supporto del volontariato delle Associazioni, e soprattutto grazie all'impegno e alle anticipazioni economiche fatte dalle Cooperative. È necessario dare stabilità a un sistema precario anche tramite un piano triennale che definisca obiettivi e fabbisogni effettivi e rimetta al centro della politica regionale quello che rappresenta un settore fondamentale per il benessere dell’Abruzzo, senza dimenticare che le Aree Protette giocano un ruolo fondamentale anche per il rispetto degli obblighi europei derivanti dalla Rete Natura 2000 per cui l'Abruzzo è, per i suoi ritardi, in procedura di pre-infrazione.
Il Parco Sirente-Velino e le Riserve regionali possono e devono rappresentare, di concerto con gli agricoltori e gli operatori del turismo, un  valore aggiunto per un territorio che ha scelto una linea di economia verde per il proprio futuro e che deve insistere convinto su questa strategia.


martedì 15 dicembre 2015

IL MONTE GRECO DI NUOVO NEI PIANI DI CEMENTIFICAZIONE DELLA REGIONE ABRUZZO

Comunicato stampa del 15/12/2015

IL MONTE GRECO DI NUOVO NEI PIANI DI CEMENTIFICAZIONE DELLA REGIONE ABRUZZO: NUOVI INTERVENTI A DANNO DELL’AMBIENTE PREVISTI DAL MASTER PLAN NEI PARCHI NAZIONALI E NELLE AREE TUTELATE DALL’UNIONE EUROPEA
LIPU, Mountain Wilderness, Pro Natura, Salviamo l’Orso, WWF  e Touring Club Italiano chiedono un profondo cambiamento in direzione di un miglioramento della qualità del territorio e di un turismo basato sulla tutela dell’ambiente

Un poderoso complesso sciistico, basato su ben cinque nuovi impianti a fune, per collegare i complessi sciistici di Roccaraso e Rivisondoli con quelli di Passo Godi e Scanno e farne un'unica enorme stazione sciistica estesa oltre 200 km2, devastando per sempre gli habitat preziosi e con alto valore ambientale del massiccio del Monte Greco, direttamente nella Zona di Protezione Esterna del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, in Siti di Interesse Comunitario e Zone di Protezione Speciale tutelate a livello europeo e in importanti Foreste Demaniali Regionali gestite dal Corpo Forestale dello Stato, con la presenza di specie minacciate e sull’orlo dell’estinzione come l’orso bruno marsicano.
E poi interventi per lo sviluppo del turismo invernale nelle aree montane del Parco Nazionale del Gran Sasso e di quello della Majella, interventi a tappeto nel settore del "wellness" (con realizzazione di “nuove attività ricettive”) in tutto il comprensorio settentrionale del Parco Nazionale della Majella. Questi i pesanti interventi contenuti nello schema di “master plan” presentato dal Presidente della Regione D’Alfonso, da finanziare con oltre 100 milioni di Euro provenienti da interventi di riassestamento di bilancio del Governo nazionale.
Ma cosa c’è nel “master plan” nel capitolo della tutela del territorio? Solo numerosi interventi di regimazione delle acque a scopo irriguo e qualche generico intervento di lotta al dissesto idrogeologico, di riduzione del rischio idraulico e dell’erosione costiera.In pratica, soltanto interventi che mirano ad arginare gli effetti, senza agire mai sulle cause dei problemi.
Le Associazioni ecologiste, riunite nel cartello EmergenzAmbiente Abruzzo, chiedono all’Amministrazione Regionale un incontro urgente per riesaminare insieme tutto il pacchetto sotto il profilo della tutela ambientale, così come proficuamente avvenuto per il Piano di sviluppo del Gran Sasso con il Vice Presidente Lolli, in modo da non dover arrivare alla fase operativa con polemiche e battaglie muro contro muro, sicuramente nell'interesse di nessuno e che farebbero solo perdere tempo e soldi a tutti.
Insistere su interventi pesanti nelle aree protette a livello nazionale ed europeo significa infilarsi in un vicolo cieco che non potrà che portare al totale immobilismo ed alla perdita di questi ingenti finanziamenti. I nuovi interventi di infrastrutturazione sciistica proposti sono infatti vietati dalla normativa europea e nazionale posta a tutela di habitat e specie di grande valore ecologico, come l’orso bruno marsicano, il lupo, il camoscio d’Abruzzo e l’aquila reale. Senza considerare che il “master plan” di D’Alfonso è in palese contrasto con il rilancio del progetto APE (Appennino Parco d'Europa), con il PATOM, strumento voluto anche dalla Regione Abruzzo per la tutela dell’Orso Marsicano, e con il percorso teso a far riconoscere dall’UNESCO le nostre montagne come Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
Il rilancio delle attività economiche legate al turismo deve invece procedere di pari passo con il miglioramento della qualità dell’ambiente e del turismo stesso, con relativo aumento del valore dei servizi forniti dall’ecosistema e dell’occupazione locale. Un’alternativa verde, insomma, basata su piccoli investimenti diffusi sul territorio a vantaggio di un turismo più moderno e di maggiore qualità, in crescita ovunque, basato sui valori naturali unici del "cuore verde" d'Europa. Attraverso la riqualificazione in chiave ecologica dei complessi turistico-sciistici, l’attuazione di interventi di risanamento e rinaturalizzazione del territorio e la realizzazione di mille micro-interventi si potrebbe finalmente sviluppare un turismo indipendente dalla presenza di neve sulle piste, in grado di rivitalizzare l’economia delle aree montane in modo durevole, fornendo lavoro ad un gran numero di persone per decenni e migliorando e non peggiorando la qualità del nostro preziosissimo ambiente naturale. Si abbandoni, quindi, una volta per tutte, ogni ipotesi di distruzionedi ambienti preziosi ed insostituibili che potrebbero servire unicamente a diventare, nella migliore delle ipotesi,l'imitazione povera delle grandi località sciistiche delle Alpi. Si scommetta invece sulla loro vera valorizzazione perché la nostra regione diventi finalmente un punto di riferimento internazionale nell'ottica di una fruizione sostenibile dei grandi valori ambientali delle nostre montagne,che possono, se ben gestiti, diventare oggetto di grande interesse da parte di crescenti flussi di un turismo qualificato ed importante, sia nazionale che internazionale.

Stefano Allavena (LIPU),
Mario Marano Viola (Mountain Wilderness),
Pier Lisa Di Felice (Pro Natura)
Stefano Orlandini (Salviamo l’Orso),
Bruno Petriccione, Elio Torlontano (Touring Club Italiano)

Dante Caserta, Luciano Di Tizio (WWF)