Caccia al cervo e capriolo, Acerbo 'caccia' i cinghiali
«La Regione Abruzzo vuole aprire la caccia al cervo e
capriolo». Mercoledì sarà all'ordine del giorno l'esame del regolamento della
caccia di Febbo. Acerbo si oppone.
Mercoledì prossimo è di nuovo all'ordine del giorno della terza
commissione della Regione l'esame della proposta di regolamento che prevede
anche di aprire la caccia al cervo e al capriolo.
Già se ne è ampiamente discusso il 5 marzo. In quella sede è emersa chiaramente
l'opportunità di approvare un regolamento che disciplini su scala regionale la
caccia al cinghiale.
«Finora infatti - spiegano il consigliere regionale Acerbo e i rappresentanti
delle associazioni LIPU (Allavena) e Pro Natura (Matta) in una nota - la caccia
a questa specie è stata caratterizzata da una grande confusione per cui
in ogni ambito di caccia si è proceduto in modo autonomo e il risultato non è
stato certo quello di organizzare razionalmente i prelievi venatori di
cinghiali».
«E' invece necessario - continuano - che non si proceda all'apertura della
caccia al cervo e capriolo, anche se preceduta da censimenti delle due specie. Riteniamo
infatti assurdo pensare di aprire la caccia a queste due specie visto che è
ancora in pieno svolgimento il processo di ricolonizzazione di vaste aree.
Inoltre va sottolineato che la massima concentrazione di cervi si trova nella
Zona di Protezione Esterna del Parco Nazionale d'Abruzzo».
«Aprire la caccia al cervo e al capriolo in questa zona, di estrema importanza
per l'orso marsicano, significherebbe aggiungere un ulteriore grave fattore
di disturbo ai già molti presenti nella zona, tanto più che il periodo
della caccia al cervo verrebbe in gran parte a sovrapporsi con quello
cosiddetto della "iperfagia", quello cioè in cui gli orsi devono
nutrirsi abbondantemente per prepararsi ai mesi invernali. Ricordiamo che in
tale zona, così delicata ed importante, oltre ai cacciatori locali si
aggiungerebbero anche quelli provenienti da altre zone. Questo fatto
aumenterebbe sensibilmente, tra l'altro, le probabilità di uccisioni
accidentali anche di esemplari di specie protette a cominciare dall'orso
marsicano, il cui stato di conservazione è, ricordiamolo ancora una volta,
assai preoccupante».
«Il regolamento quindi - concludono nella nota - dovrebbe disciplinare su
base regionale la caccia al cinghiale, in modo da consentirne un prelievo
adeguato con modalità tali da non mettere a repentaglio, tra l'altro, altre
specie, come l'orso e il lupo; e mettere le basi per l'effettuazione di
censimenti seri ed affidabili concernenti lo stato del cervo e del capriolo
nella Regione Abruzzo, premessa indispensabile per una gestione razionale di
queste specie. Il cervo e il capriolo si erano completamente estinti in
passato in Abruzzo a causa soprattutto di una caccia eccessiva. Sono
ritornati , a partire dagli anni '70 del secolo scorso, grazie a reintroduzioni
in aree protette e, nel caso del capriolo, anche per ricolonizzazione da
regioni vicine. Ma questo processo è tutt'altro che concluso. Aprire la caccia
a queste due specie significherebbe ostacolarne se non bloccarne il processo di
espansione. Sono componenti fondamentali degli ecosistemi naturali e,
soprattutto il cervo, costituiscono una notevole attrattiva per il turismo
naturalistico, di grande importanza economica in Abruzzo ed in via di rapido
sviluppo, anche se i nostri politici continuano imperterriti a non comprenderne
l'importanza».
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