PESCARA CITTA’ DEI PINI
La
conservazione e lo sviluppo del verde e la tutela del Pino di Aleppo devono
iniziare dalla progettazione di una
città “a misura d’albero”
Le radici identitarie della Città di Pescara affondano
saldamente nel Pino d'Aleppo, una specie arborea simbolo di un paesaggio culturale che si è
delineato nel corso dei secoli e che ha disegnato panorami e vedute.
Un albero, il Pinus halepensis, che appartiene
intimamente alla nostra storia abruzzese e al nostro litorale adriatico, così
come è emerso dal ciclo di eventi “La Pineta d'Avalos ed i Pini di Pescara”,
organizzato da Coordinamento Nazionale
Alberi e Paesaggio Onlus, Federazione Nazionale Pro Natura e Organizzazione
Regionale Pro Natura Abruzzo, coinvolgendo le più prestigiose Associazioni ecologiste
abruzzesi Archeoclub Pescara, FAI Pescara, Italia Nostra Pescara, WWF
Chieti-Pescara, Mila donnambiente, Pescara Tutela/Selfie, SIA (Società Arboricoltori Italiani), Federazione
degli Ordini dei Dott. Agronomi e Dott. Forestali
d’Abruzzo, l'Ordine degli Architetti della Provincia di Pescara e patrocinato
dal Comune di Pescara. In questo ambito
le pinete litoranee abruzzesi sono state illustrate sotto l'aspetto
naturalistico, storico, artistico, paesaggistico, tecnico e di gestione, con la
partecipazione di botanici, biologi, architetti paesaggisti, dottori agronomi e
dottori forestali oltre a storici ed esperti di beni culturali.
Molti gli spunti di riflessione che sono nati da questo
evento.
In primo luogo la conservazione del “Paesaggio Culturale”
disegnato dai boschi litoranei, dalla
vegetazione tipica e dai pini di Aleppo
va promossa e realizzata attraverso una gestione sistematica del verde urbano
che superi emergenza e occasionalità, fondando le proprie politiche su adeguati strumenti
di programmazione e gestione del settore. Tutto ciò presuppone una costante
collaborazione multidisciplinare tra gli esperti nel campo paesaggistico, forestale,
e della progettazione del verde urbano e l’attivazione di piani di assetto, di
monitoraggio e di gestione del verde che consentano di perseguire
contestualmente obiettivi di garanzia della sicurezza e della incolumità dei
cittadini, insieme alla definizione dei caratteri ambientali, paesaggistici e
spaziali del verde urbano.
La vicenda dell’abbattimento
dei pini di Aleppo in Via Regina Margherita a Pescara e la situazione di
gestione della Pineta dannunziana sono
il risultato di un progressivo
smarrimento della memoria
storica, di una prassi di manutenzione ordinaria e straordinaria del patrimonio
arboreo non corretta e, infine, di una mancanza di partecipazione alle scelte
che attengono alla valorizzazione delle bellezze naturali e culturali di
Pescara.
Il ciclo di eventi “La Pineta d'Avalos ed i Pini di
Pescara” , rappresenta un passo nella direzione del recupero delle radici
identitarie della Città, attraverso un'azione comune e condivisa. Il futuro è
quello di attivare adeguate forme di coordinamento tra l'Amministrazione
Comunale, gli esperti che operano nel
settore del verde e del paesaggio, le
Associazioni di tutela ambientale, i
portatori di interesse per una corretta
gestione del patrimonio verde, naturalistico e paesaggistico che abbia come obiettivi
il recupero del volto della “Bella Pescara” e l’impegno per rendere Pescara
città resiliente, all’altezza, cioè, delle sfide che i cambiamenti climatici
impongono alle compagini urbane.
A tal fine è fondamentale che il Comune ripensi e rafforzi le
strutture del settore, preveda nei propri bilanci adeguate risorse finanziarie,
si impegni, nella progettazione e attuazione delle opere pubbliche, a dare il
giusto ruolo al verde ai fini della riqualificazione e rigenerazione urbana.
Occorre che gli elementi naturali, a partire dagli alberi, siano riscattati dal
ruolo marginale, ancillare ed esornativo che abitualmente ad esso è affidato.
E’ necessario, infine, che si istituisca una consulta permanente per il verde
in cui, accanto a esperti altamente
qualificati, botanici, agronomi, forestali, paesaggisti, storici del paesaggio,
studiosi di beni ambientali, siano
presenti rappresentanti delle associazioni di protezione ambientale: scopo
di tale consulta è quello di operare in
collaborazione con l’Amministrazione e i tecnici comunali per il miglioramento
del verde e del paesaggio storico-naturalistico cittadino e per trasformare
Pescara in un vero “Comune virtuoso”. Questa consulta deve articolarsi in un
livello tecnico, capace di dialogare durante il corso dei lavori ed un livello
rappresentativo delle realtà associative che interloquisca con Giunta e
Consiglio in sede di assunzione delle scelte.
L’obiettivo deve essere la partecipata redazione di un “Piano
Regolatore del verde urbano”, inteso come uno strumento di conformazione del
territorio, che costituisca una delle “reti” con la quale riorganizzare la città. La questione del verde va declinata
in chiave di elemento strutturante la conformazione urbana, modificando anche
le scelte urbanistiche in contrasto con l’esigenza di preservare e riconnettere
corridoi ed aree di naturalità.
In particolare, la tutela e conservazione dei pini di Aleppo
deve iniziare nella progettazione della città e in una nuova gestione
intelligente e professionale del verde cittadino. Gli alberi di pino non vanno sbrancati, potati drasticamente, soffocati dal cemento e dall’asfalto, costretti in aiuole piccole con terreni
compattati. Gli alberi di Pinus halepensis ,e tutti gli altri esemplari arborei presenti nel contesto urbano,
devono essere gestiti con professionalità valide e con arboricoltori certificati.
Le potature errate e la distruzione dello spazio vitale degli alberi sono la
prima causa del degrado e della morte delle alberature cittadine.
Gli edifici e gli altri manufatti antropici devono
plasticamente adattarsi agli alberi e agli spazi verdi e non viceversa.
L’albero deve essere il protagonista della progettazione paesaggistica e non
può rappresentare un arredo o un semplice accessorio verde.
Passando poi alla Riserva Naturale Regionale Pineta
dannunziana, il riscatto dall’attuale condizione di degrado e il recupero della memoria storica devono
rappresentare la base per un’ efficace gestione, i cui ritardi sono ormai non
più ammissibili. E' necessario intraprendere una politica di rinaturalizzazione
e di riqualificazione ambientale tenendo presente che l’oggetto di intervento è
una riserva naturale, con i compiti ad essa attribuiti dalle leggi regionali in
vigore e non un semplice parco pubblico. E’ necessario che tale consapevolezza
sia fatta propria dai cittadini che potranno trovare in questo scrigno di
naturalità non solo occasioni di svago e di salubrità ma anche di crescita
culturale e di sensibilità ambientale. D’altra parte molti endemismi propri
della Pineta sono stati perduti, molte specie particolarmente sensibili sono
fortemente minacciate con un generale impoverimento della biodiversità della
riserva. Molte specie caratterizzanti l’antica selva litoranea sono oggi a
gravissimo rischio di estinzione, ormai confinate in alcuni piccoli siti della Riserva: a mero titolo esemplificativo citiamo Mirthus communis, la Smilax, il Ramnus
alaternum, il Pistacia lentiscus, Cistus. Il Pino di Aleppo, in tante
situazioni soffocato e compromesso da condizioni di degrado antropico, rischia
di scomparire a scapito di specie infestanti ed aliene. D'altro canto la
politica di rimboschimento all’interno dell’area protetta è stata eseguita nel
corso degli anni passati senza tener conto degli ecotipi, piantando il Pinus pinea, per noi alloctono, invece
che il Pinus halepensis, autoctono. Per
invertire l’attuale condizione di trascuratezza di una delle maggiori risorse
naturalistiche e identitarie del nostro territorio non sono più procrastinabili
alcuni adempimenti, stabiliti peraltro dalla legge istitutiva della Riserva
stessa quali:
-
l’approvazione
del Piano di Assetto Naturalistico della Riserva Naturale Regionale Pineta
dannunziana Pineta dannunziana nella delimitazione esistente; ciò non esclude
la redazione di varianti al Piano a seguito di pur condivisibili ampliamenti
dei confini dell’area protetta;
-
l’istituzione
del Comitato di gestione della Riserva, composto da esperti e professionisti di alto livello, al fine di
dare piena attuazione agli obiettivi della pianificazione della Riserva ;
-
La
nomina del Direttore della Riserva, figura indispensabile per garantire la
gestione accorta ed esperta dell’area protetta;
-
L’istituzione
di una sede adeguata per la promozione delle attività scientifiche, culturali,
didattiche e turistiche della Riserva Naturale;
-
L’assunzione
di impegni perché in tempi certi si pervenga alla riunificazione del comparto 5
al ¾, con la deviazione del consistente traffico di attraversamento e la
riduzione drastica delle superfici attualmente impermeabili.
Un ruolo fondamentale deve avere la comunicazione mediatica,
che abbia come primo obiettivo la pacificazione tra i cittadini e il patrimonio
arboreo della città. L’educazione ambientale nelle scuole di ogni ordine e
grado deve incentrarsi anche sulla conoscenza del valore storico-naturalistico
del Pino di Aleppo nel paesaggio pescarese ed abruzzese.
Si auspica che, con
una costante collaborazione tra Enti, esperti ed associazioni, le radici identitarie della “Bella Pescara”
non siano sepolte dalla cementificazione e dal degrado ma possano finalmente rinvigorirsi e crescere
rigogliose, nutrite da una “buona
politica” del territorio.
A partire dalla Riserva Dannunziana, dalla riqualificazione
delle aree golenali dei corsi d’acqua, in primis della Pescara, dei relitti
boschivi e del verde attrezzato o agricolo, delle alberature stradali, dei
giardini pubblici e privati, è necessario che Pescara individui e rafforzi la
propria rete di spazi di naturalità, che progetti una efficace rete ecologica
capace di contribuire alla crescita della qualità urbana, in termini di
salubrità, efficienza biologica, socialità e bellezza.
Un ruolo fondamentale devono avere i corridoi ecologici, unificando e non isolando
i vari angoli verdi della città a partire dalla Riserva Naturale regionale e
dalla “via del fiume Pescara”. Le
alberature urbane, se ben gestite, possono compiere un ruolo considerevole di
corridoio ecologico portando al miglioramento della biodiversità ed a un
ampliamento della “Foresta Urbana”, con
tutti i suoi benefici sulla salubrità dell’aria e sulla mitigazione dell’”isola
di calore”.
La proposta delle Associazioni organizzatrici e partecipanti
al ciclo di eventi “La Pineta d'Avalos ed i Pini di Pescara” è quella di
denominare ufficialmente Pescara come “La città dei Pini”: sarebbe questa una consacrazione di un paesaggio storico ed
un passo fondamentale per il recupero dell'identità della Città. Solo con
un'adeguata consapevolezza di ciò che è stato possiamo costruire il domani:
perché noi siamo “figli di ieri e padri di domani...”
Le associazioni organizzatrici dell’evento:
Coordinamento Nazionale
Alberi e Paesaggio Onlus
Federazione Nazionale
Pro Natura
Organizzazione
Regionale Pro Natura Abruzzo
in collaborazione con:
Archeoclub Pescara
FAI Pescara
Federazione degli
Ordini dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali d’Abruzzo
Italia Nostra Pescara
Mila donnambiente
Ordine degli Architetti
P.P.C. della Provincia di Pescara
Pescaratutela/Selfie